In Media Res Comunicazione, agenzia specializzata nella gestione di uffici stampa e relazioni pubbliche, curerà la comunicazione e l'ufficio stampa di A.I.D.A. (Accademia Internazionale "Stefano Benemeglio" delle Discipline Analogiche).
A.I.D.A. si propone di contribuire allo sviluppo del potenziale umano del singolo individuo e, quindi, al recupero della qualità della vita, diffondendo la conoscenza e la metodologia delle discipline analogiche cioè delle leggi e delle regole dei linguaggi emotivi dell'uomo.
venerdì 20 dicembre 2013
In Media Res Comunicazione è il nuovo ufficio stampa di A.I.D.A.
Convention e Forum Free Consult: "Trend dell'Economia Digitale"
Per Robert Perrin, "dopo un inizio che ha visto i social media essere, in prevalenza, un canale di comunicazione tra privati, oggi, Twitter e Facebook rappresentano strumenti indispensabili per supportare la visibilità e la rintracciabilità effettiva di chi opera nell'ambiente business, a patto, però, di esprimere contenuti mirati e, soprattutto, autorevoli".
lunedì 9 dicembre 2013
Vivocha si aggiudica il premio Startup of the Year 2013 di IAB
giovedì 5 dicembre 2013
SOCIAL2BUSINESS 2013
Cosa cerca chi investe in Italia? Quali i fattori che scoraggiano gli investitori? Quali le leve comuni che le imprese italiane devono adottare per internazionalizzarsi? Queste le domande al Social2Business 2013, il business matching internazionale che venerdi 29 novembre si è svolto a Palazzo Mezzanotte a Milano. Circa 500 le imprese coinvolte. Imprenditori, start upper, finanziatori: 500 "facce da business" (secondo il claim della manifestazione )che si sono date appuntamento per la terza edizione dell'evento organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda con il supporto di altre territoriali di Confindustria (Milano, Alto Milanese,Bergamo, Brescia, Monza e Brianza, Pavia).Dopo il Castello Sforzesco, simbolo della città meneghina, è Borsa Italiana che ha ospitato l'ultima edizione patrocinata quest'anno anche da Comune, Provincia e Regione Lombardia.
"Social2business nasce come evento per parlare di contenuti e per fare matching e non per fare l'ennesimo convegno". Spiega Emiliano Novelli, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda. "I convegni per come li conosciamo sono utili per la propria formazione ma anche delle perdite di chance. Molte volte il business è dietro l'angolo ma non si creano e non si facilitano relazioni tra i partecipanti e neanche tra gli stessi relatori. L'idea del S2B è proprio quella di evitare questa perdita di chance e fare business. Il S2B nasce per ridare ottimismo, è un evento che vuole essere concreto con l'obiettivo di fare ripartire il business partendo dai giovani, dal networking e da Milano. L'obiettivo più ambizioso per il prossimo anno sarà poi quello di partire dall'evento fisico per arrivare al social online in una logica di reverse social network. Un punto di incontro che dia una forte possibilità di follow up e che permetta al S2B di non esaurire la sua carica di potenziale business al termine di ogni evento vivendo tutto l'anno sul web".
"Innovazione, ricerca, competitività, internazionalizzazione e reti di impresa: sono questi i fattori su cui stiamo lavorando con la consapevolezza che sempre più incideranno sulla ripresa della nostra economia e sulla capacità del nostro territorio di attrarre nuovi investimenti, ha detto Mario Melazzini , Assessore alle Attività produttive, ricerca e innovazione di Regione Lombardia.
"In quest'ottica, Social2Business ha il merito di valorizzare in modo innovativo questi temi creando nuove opportunità di sviluppo e di crescita del sistema produttivo, promuovendo un proficuo confronto soprattutto tra i giovani imprenditori, che rappresentano gli attori principali del rilancio economico e su cui anche Regione Lombardia intende investire".
"Il fattore frenante dell'economia e dell'impresa non è la crisi: è la scarsa propensione all'innovazione". Le parole di Paolo Giovanni del Nero- Assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro della Provincia di Milano. "L'attitudine creativa è da sempre stata una peculiarità del nostro "fare impresa", e del territorio milanese in particolar modo. Nel panorama internazionale, oggi l'Italia si posiziona all'ottavo posto, dietro USA, Corea, Giappone, Cina e Brasile, India e Germania. Per aumentare il potenziale innovativo le aziende debbono puntare su formazione, networking, uso consapevole dei social media e partnership. Tutte queste sono le leve strategiche del Social2Business. Ecco perchè, anche per questa edizione, la Provincia di Milano ha deciso di aderire e sostenere il Social2Business come partner istituzionale".
"La spinta all'innovazione è una delle ricchezze su cui da sempre poggia la forza economica e culturale della nostra città ed è un patrimonio da preservare e rilanciare. Milano potrà vincere la sfida dei mercati emergenti solo se saprà farsi forza di questo carattere distintivo, se saprà valorizzare la competenza e il merito, se non rinuncerà a fondere innovazione, studio e applicazione. Come Amministrazione stiamo favorendo il continuo dialogo tra tutti gli operatori produttivi della città e del territorio poiché siamo convinti che solo la cooperazione e il mettere a sistema, conoscenze e opportunità consentirà al sistema Paese di ripartire" così l'assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Ricerca e Università del Comune di Milano Cristina Tajani.
Due i workshop che hanno animato la serata a tema Megatrend e Internazionalizzazione sulla base di una ricerca condotta da The Boston Consulting Group sull'attrattività dell'Italia per gli investitori esteri. L'indagine analizza i motivi per i quali in Italia è difficile fare impresa. Presentata da Claudio Baretti (Principal at The Boston Consulting Group) indica i motivi per cui l'Italia riesce a intercettare solo una minima parte di investimenti diretti esteri nel mondo calcolati per 1,400 $Mld all'anno: fattori macroeconomici interni, come dimostrano le scarse performance di crescita, la decrescita del PIL pro capite e della produzione industriale, sia di un calo dell'attrattività, come dimostrano i flussi degli investimenti esteri diretti. Tuttavia, pur in un quadro generale negativo, il nostro export continua a mostrarsi vitale, grazie alla forza del manifatturiero e alle imprese che eccellono in numerosi ambiti nonostante le enormi difficoltà dettate dalla competitività globale che avviene sempre più a livello di grandi aree metropolitane. In questo scenario, l'Italia si colloca al 73° posto per facilità nel fare impresa e al 42° per competitività. Ma la struttura economica del Paese è ancora importante 8° potenza economica per PIL1, 10° per ricchezza netta pro capite, 4% di produzione mondiale nel settore manifatturiero, 2° in Europa, 1 022 nicchie di eccellenza di prodotto.
"Il problema è che l'Italia non riesce a fare sistema. Bisogna essere più consapevoli della nostra forza, delle nostre qualità che sono nel codice genetico dell'Italia e degli italiani. Dobbiamo superare un grande problema psicologico, ovvero l'invidia competitiva." Queste le parole di Francesco Morace (Fondatore e presidente di Future ConceptLab). "Riuscire a condividere un progetto con il tuo vicino, con l' imprenditore che è di fronte a te con cui normalmente, invece, si attivano delle dinamiche di competitività tutte centrate sull'"ombelico". Bisogna guardare al mondo come uno straordinario serbatoio che ci riconosce questa straordinaria unicità soprattutto nella qualità della vita. Quindi dobbiamo attrezzarci, sprovincializzarci e in alcuni casi dobbiamo farlo insieme ai nostri vicini. Sicuramente tra i trend in atto c'è questo grande ritorno all'human touch, della dimensione umana, dove noi italiani siamo peraltro molto bravi. La tecnologia non esclude la relazione umana ma l'amplifica. Quindi noi siamo bravi nella dimensione umana ma dobbiamo migliorare molto nell'uso delle tecnologie, superare il digital device, e arrivare a quello che definisco il paradigma del futuro che è il Trust and Sharing. Quindi imparare a fidarsi, non tradire la fiducia dell'altro e poi condividere.
Bisogna imparare dai successi. Prosegue Francesco Morace. "Da chi ha capito che doveva combinare il chilometro zero, la filiera corta, tipica del territorio italiano, quindi della qualità locale con un grande contenitore universale. Quindi un altro paradigma: Unique and Universal. Puntare sull'unicità italiana. Ma contenitori universali. Quindi la capacità di mettere insieme elementi locali e andare nel mondo e proporre questo format che è la nostra qualità della vita".
Successi come quello di Franco Manna, Presidente Rossopomodoro - Gruppo Sebeto SPA, che riporta in scena uno dei core value principali del nostro paese come motore di attrattività. Imprenditore e dirigente d'azienda italiana, fondatore del marchio Rossopomodoro, Anema e Cozze, Rossosapore e Ham Holy Burger, localizza e internazionalizza una tipica cultura gastronomica, riconoscibile come made in Italy, e la rende internazionale attraverso una sistematica apertura di luoghi dove si condivide l'esperienza del gusto e dell'emozione, delle bellezze naturali del Paese, rendendolo attrattivo. Uno dei motivi del successo di Rosso Pomodoro, dice Franco Manna, è stato quello di aver puntato sul prodotto e la sua storia. Avevamo tutto un mondo da raccontare. Conoscevamo inoltre la filiera dei prodotti che proponevamo. Anche in questi giorni un po' tristi per l'agroalimentare campano, riferendomi a "terra dei fuochi"possiamo avere l'orgoglio di essere quelli che portano avanti il prodotto campano perché ne conoscono la storia. Solo l'1% del territorio campano è stato assoggettato a questo problema di sofisticazione e inquinamento, noi non ci sentiamo parte del problema. Siamo dalla parte della qualità e dell'eccellenza. Lo stato dovrebbe intervenire. Casi come quello della terra dei fuochi andrebbero velocemente risolti . Come? Noi sappiamo che solo l'1 per cento del territorio è stato assoggettato a inquinamento per cui si potrebbe circoscrivere la particella catastale dove è presente il prodotto tossico e non usarla per la coltivazione. Ma manca la volontà in questo senso.L'agroalimentare andrebbe preservato e cosi non è".
Quali i trend attualmente in atto nel mondo? Come le imprese italiane possono agganciare la domanda dei consumatori nel mondo?
"Il mercato cinese è un mercato ad altissimo potenziale. Così è intervenuta Alessandra Guffanti, (Pres. Gruppo Giovani Sistema moda Italia) I consumatori in questo momento si stanno avvicinando sempre di più alla nostra cultura lifestyle. Tuttavia noi dobbiamo rivalorizzare alcuni asset importanti: registriamo i nostri marchi che sono autentici; diamo un retail concept alla nostra immagine perché in questi paesi il prodotto è compreso più facilmente se è presentato all'interno di un suo contenitore; troviamo un approccio multiculturale . Per vendere il nostro prodotto all'interno della Cina abbiamo bisogno anche di un collaboratore cinese all'interno della nostra azienda perché non è solo il nostro prodotto a doverli convincere ma dobbiamo trovare le parole giuste". Asia ma anche Africa. Molti i mutamenti che si stanno sviluppando nel continente africano che impatteranno sulle strategie commerciali delle aziende italiane nel prossimo decennio. Secondo Simone Santi, Console Mozambico, "in questo momento 7 paesi africani sono tra i primi 10 paesi in crescita al mondo (Ghana, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo, Zambia, Nigeria). Il Sud dell'Africa è la seconda area di crescita al mondo con 5.7 di crescita del Pil annuo. Un sondaggio dell'Economist a livello mondiale indica come gli imprenditori mettono l'Africa come priorità assoluta (più del 35% ). Come può impattare sugli investimenti italiani? L'Italia è molto indietro perché l'informazione è spesso sporcata da altri temi. C'è una confusione tra il tema della cooperazione, il tema dell'impresa. Spesso si va sul "pietismo" e si racconta il male dell'Africa e non si racconta il bene. Quindi culturalmente l'Italia è ancora molto indietro. Se superiamo tutti i nostri vincoli e i nostri pregiudizi, che sono di carattere culturale e anche di carattere informativo,l'Europa e nella fattispecie gli imprenditori italiani, possono approfittare di un mercato che oggi ancora ritiene il made in italy un punto di forza. Alcuni giganti come l'Eni per esempio, possono fare da traino a tante piccole medie imprese italiane che in questo momento hanno bisogno di un mercato esterno come ad esempio, il mercato delle costruzioni.
Sono intervenuti anche: Antonio Angioni (Direttore Generale Right Management), Luca Donelli (Sherpa of Italian Delegation G20 YEA), Rosario Rasizza (AD Openjobmetis), Alberto Onetti (Chairman Mind The Bridge Foundation), Roberto Esposito (Founder e CEO DeRev), Mauro Bruni (Fondatore e Presidente Aretè), Renato Bruno (Amministratore unico Tecnogen), Carlo de Simone (Resp. Funzione Desk Italia Simest), Giovanni Favero (Senior Partner Dale Carnegie Italia), Massimo Ferracci (Docente NIBI), Barbara Lunghi (Head of Small & Mid Caps Italy Borsa Italiana), Camillo Zola (Presidente Europartner).
Hanno moderato l'evento Massimo Russo (Direttore Wired Italia), Mariangela Pira (Class cnbc), Roberto Iotti (Sole24Ore), Francesco Maria Gallo ( Director Public Affaire Publione).
martedì 3 dicembre 2013
Certificazione ATEX per Ingenico
Mobilità di pagamento nelle stazioni di servizio grazie alla certificazione ATEX
Ingenico, principale fornitore mondiale di soluzioni di pagamento, ha annunciato di aver ottenuto la certificazione ATEX per la sua gamma di terminali di pagamento wireless iWL destinati al settore Petrol. Questo garantisce che i dispositivi Ingenico, dedicati per la gestione dei pagamenti con carta o per le carte privative petrolifere, sono fisicamente sicuri e possono tranquillamente essere utilizzati anche in ambienti con potenziale presenza di gas infiammabili, come il piazzale delle stazioni di rifornimento carburante. Grazie alla certificazione ATEX (ATmosphères ed EXplosibles)*, Ingenico ora può garantire in totale sicurezza il pagamento direttamente sul piazzale presso tutte le stazioni di servizio, offrendo un valore aggiunto a tutti gli operatori del settore Petrol in termini di miglior servizio alla clientela e maggiore efficienza risultante dai tempi di transito ridotti. Grazie al corretto design di iWL, la certificazione ATEX è stata ottenuta senza la necessità di un borsello protettivo o di altri accorgimenti. Grazie alle piccole dimensioni, alla leggerezza e alla capacità di molteplici connessioni i terminali Ingenico miglioreranno l'operatività degli addetti al servizio e l'esperienza di acquisto dei clienti presso le stazioni di rifornimento. "Con l'omologazione ATEX dei terminali iWL ottenuta per mezzo di un certificato emesso da ente notificato, Ingenico si posiziona come fornitore leader per il settore Petrol. In virtù di questa omologazione, l'intero range di modelli della famiglia iWL (GPRS, Bluetooth, display colori e mono, contactless, ecc.) può oggi essere utilizzato in massima sicurezza direttamente sui piazzali dei distributori di carburante" ha dichiarato Mirko Spagnolatti, Responsabile del segmento Verticale Petrol per Ingenico Europa.
*ATEX (dalle parole ATmosphères ed EXplosibles) è il nome convenzionale della direttiva 94/9/CE dell'Unione Europea per la regolamentazione di apparecchiature destinate all'impiego in zone a rischio di esplosione. Tutti i prodotti che sono destinati (totalmente o parzialmente) ad essere utilizzati in un'atmosfera a rischio di potenziali esplosioni devono essere omologati secondo tale direttiva.
"Per quanto ancora depressi? Il retail oggi ed il suo consumatore"
Per quanto ancora depressi? Il retail oggi e il suo consumatore
11 Dicembre 2013,
WJC World Join Center di Milano,
Via A. Papa 30
Inizio lavori a partire dalle 13,30
Il convegno di fine anno che concluderà le attività istituzionali 2013 di Popai Italia si svolgerà mercoledì 11 dicembre a Milano e offrirà ai partecipanti un quadro completo della situazione economica e sociale italiana.
In questa occasione verranno proiettati dal Dott. Albino Russo, Responsabile Ufficio Studi Ancc Coop, i dati sul consumatore dell'annuale rapporto di Coop.
I lavori proseguiranno con altri interventi e la tavola rotonda che vedrà la partecipazione di alcuni esperti di retail, che proporranno le proprie opinioni in un confronto aperto:
Tra i relatori:
- Dott. Ilaro Ghiselli, Consigliere ADM
- Prof. Luca Pellegrini, Professore Ordinario di Marketing IULM
- Dott. Daniele Tirelli, Presidente Popai Italia
- Prof.ssa Karin Zaghi, Senior Professor, SDA Bocconi
Moderatore del convegno Armando Garosci, Giornalista Largo Consumo
L'accesso è consentito solo previa registrazione.
Inoltre, alle ore 17.00: ASSEMBLEA GENERALE dei SOCI (riservata ai soli soci POPAI) per la presentazione del programma 2014.
Per maggiori informazioni e per iscrizioni:
lunedì 2 dicembre 2013
Scenari di sviluppo futuro per la private label in Italia
Di fronte all'inarrestabile crescita della private label che, nonostante la recessione economica, ha raggiunto nel 2010 una penetrazione sul totale Grocery superiore al 18%, viene spontaneo domandarsi se e in che modo questa crescita potrà continuare anche in futuro. E' possibile, in altre parole, immaginare un futuro in cui i retailers italiani si avvicinino alle performance che oggi raggiungo alcuni retailers europei best in class, come inglesi e spagnoli?
A questo interrogativo hanno dato risposta i recenti dati Nielsen che, mettendo a confronto la situazione italiana con quella dei principali Paesi Europei, mirano a comprendere il legame tra il successo della marca commerciale e la struttura del settore distributivo nei diversi Paesi. Come mostra la Figura 11, la quota di mercato della marca commerciale è direttamente correlata al grado di concentrazione del settore distributivo: nei Paesi dove il settore distributivo è maggiormente concentrato, e quindi i retailers esercitano un maggiore potere contrattuale all'interno della filiera, la marca commerciale ha raggiunto maggiori livelli di penetrazione. Questa evidenza non stupisce se si considera che il grado di concentrazione di un settore è espressione del potere di mercato delle imprese che ne fanno parte e che quest'ultimo viene misurato attraverso la quota di mercato.
Figura 11 Quota della private label e concentrazione distributiva in Europa
Per il nostro Paese, quindi, le prospettive di sviluppo della private label saranno determinate, almeno in parte, dalle condizioni di sviluppo della distribuzione nei diversi parametri strutturali.
Il legame tra la struttura del mercato e la quota della privata label si conferma se analizziamo le caratteristiche strutturali del settore distributivo italiano a livello di area geografica: nelle Aree Nielsen 2 e 3, dove la distribuzione è più concentrata, la marca commerciale ha raggiunto una penetrazione maggiore (Figura 12).
Figura 12 Quota della private label e concentrazione distributiva in Italia
Per le caratteristiche strutturali del mercato stesso, quindi, nel nostro Paese il potenziale di sviluppo della marca privata sembra essere più legato ad una crescita nell'ambito delle categorie merceologiche del singolo retailer piuttosto che ad uno sviluppo a livello di mercato distributivo. Se si considera che il 54% del fatturato generato dal prodotto a marchio (calcolato su un totale di 732 categorie merceologiche) viene realizzato solo dal 6,8% delle categorie (50 categorie in numerica), come mostra la Figura 13, è evidente che vi sono ampi spazi di miglioramento e potenzialità di sviluppo a livello di composizione degli assortimenti per comparto.
Figura 13 Curva di concentrazione delle vendite di prodotti a marchio
Nell'individuare le direzioni di sviluppo futuro della private label, i retailers devono tener conto delle tendenze della domanda e, in particolare, dell'attenzione crescente che il consumatore mostra nei confronti della convenienza, soprattutto in alcune categorie (Figura 14).
Figura 14 Quota della Private Label e del discount per categoria merceologica